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GENERALITÀ

Appunti per una proposta terminologica relativa al suono del flauto dritto

Suono in generale

forte/aperto // debole/chiuso

Attacco

morbido/rotondo // medio // secco/tagliente // pulito // sporco (v. anche Risposta)

Timbro

scuro // chiaro // ricco/colorito // secco/pulito

Resistenza

si riferisce alla possibilità di rinforzare il soffio (gonfiare il suono) senza che il timbro ne risenta negativamente o che la nota salti d’ottava o gorgogli (in particolare le note più basse)

Risposta

rapida // facile/facilissima (importante soprattutto nelle note più acute, come il fa’’’ del contralto) // pulita // soffiosa // con presenza (eccessiva) di transitorio d’attacco

MATERIALI E TECNICHE

I flauti da me copiati sono stati scelti, oltre che per i loro intrinseci pregi musicali ed estetici, anche per avere un diapason vicino ai diapason convenzionali oggi più usati nella musica barocca (415, 390, 440). Di conseguenza le rielaborazioni sono molto simili agli originali e ne conservano sostanzialmente intatte le caratteristiche sonore (comprese le diteggiature).

Nel rielaborare un originale ho sempre cercato di attenermi alle logiche utilizzate dagli antichi artigiani, studiate confrontando esemplari di diverso diapason dello stesso autore (caso tipico ed utilissimo è quello dei traversieri con più corpi di ricambio). Ciò mi ha condotto ad escludere l’utilizzo di calcoli matematici computerizzati o meno.

Gli alesatori

Per dare al tubo sonoro la forma e le dimensioni giuste, dopo averlo forato, occorre passarvi dentro gli alesatori. Questi si possono ordinare a una officina meccanica ben attrezzata ma io preferisco farli da me. In questo modo, oltre a risparmiare, ho la possibilità di ripetere più volte un lavoro se il risultato non mi soddisfa.

Prima di tutto tornisco una barra di acciaio dandogli una forma conica che segue esattamente l’andamento della sezione di flauto per cui è destinato. Questa operazione inizia in maniera puramente meccanica e termina manualmente con una lima per calibrare il cono alla perfezione.

La fase successiva consiste nel bucare il cono d’acciaio.

L’ultima fase è la fresatura, con cui l’alesatore prende una forma molto simile a quella delle antiche punte a cucchiaio, che gli artigiani di un tempo utilizzavano sia per bucare che per alesare.

alesatori

Per un solo flauto possono servire anche più di nove alesatori. Di regola si studia il profilo interno della cameratura dell’originale per rintracciare le impronte degli alesatori usati e si cerca di riprodurre queste forme, dopo una accurata riflessione sulle deformazioni che il flauto antico ha sicuramente subito nel tempo. Si capisce che la copia non è affatto il risultato di un lavoro facile e garantito, ma implica una notevole dose di conoscenza, intuito e creatività.


Per gli strumenti medievali e rinascimentali uso legno di acero, pero, ulivo, ciliegio ecc. o bosso nelle taglie più piccole

Per bosso si intende sempre buxus sempervirens
(o bosso europeo, boxwood …)

img1Il bosso viene sgrossato e semilavorato (bucato) per restare molti anni a riposo. Soltanto così è possibile ottenere una stagionatura naturale che assicuri sia la qualità che la durata dello strumento. I quattro pezzi che si vedono (un set per traversiere Rottenburgh) aspettano in quello stato da circa venti anni.

img2Per avorio si intende avorio alternativo.

Questo tipo di materiale è quasi indistinguibile, ad occhio, dall’avorio vero, ma è molto più difficile da lavorare: tende facilmente a scheggiarsi durante la tornitura se non si procede con la massima calma e delicatezza. Un gesto meno che prudentissimo rischia di rovinare un lavoro già quasi finito. Ma i risultati ripagano la fatica e il rischio.

La tintura degli strumenti in bosso è realizzata con l’utilizzo dell’acqua forte, una miscela di acido nitrico, acqua e ferro secondo ricette antiche (Plumier);

 

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nel caso di altri legni posso utilizzare sia l’acqua forte, sia tinture mordenti e lacche di vario tipo

Pero tinto all’acidoimg5

img6Pero trattato con olio di lino

Acero tinto all’acido

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Acero tinto con acido e mordenteimg9

Esterni ed interni sono sempre trattati con oli a base di lino.

RICHIESTE PARTICOLARI

Sono prese in considerazione soltanto se non tradiscono la natura dello strumento, per esempio:

  • doppi fori nei flauti dolci, per (con riferimento al contralto) fa/fa#, sol/sol/#, ed anche do/do/# (come si vede in un flauto Bressan);
  • anellino d’avorio per il portavoce (praticamente inutile, perché i miei flauti danno gli acuti con una facilità estrema, anche senza l’uso dell’unghia);
  • piedino telescopico nei traversieri (consigliabile soprattutto nel caso si usino pezzi di ricambio con diversi diapason);
  • corpi di ricambio (non conviene allontanarsi troppo dal diapason base: un semitono è decisamente troppo);
  • temperamenti particolari: in alternativa al temperamento equabile, posso usare il sistema pitagorico per gli strumenti medievali e rinascimentali, il medio tono per gli strumenti barocchi.